Mi è capitato fra le mani questo
libro pubblicato da Archinto alcuni anni fa, e mi ha fatto venire in mente
certi politici di oggi, che portano avanti idee magari anche giuste, ma sono
privi del necessario pragmatismo e della capacità di declinare l’ideologia di
fondo che ispira il loro pensiero calandola nei tempi che stanno vivendo; si
condannano così all’autoemarginazione.
L’imperatore Giuliano (331-363
d.C.), nipote di Costantino il Grande, passato alla storia come l’Apostata per
via del suo tentativo di ripristinare fuori tempo massimo il culto degli dei
tradizionali per erigere un argine difensivo all’autorità del Princeps contro la marea montante del
Cristianesimo (la cui sostanza era allora implicitamente “democratica”),
scrisse questo pamphlet nel 362 per reagire alle critiche e agli sfottò
rivoltigli dagli abitanti di Antiochia.
Uomo isolato, scontroso e forse
permaloso, colto di una cultura tutta libresca, Giuliano visse nel mito degli
antichi filosofi e della severità dei loro costumi; la folta barba che si era
fatto crescere proprio a imitazione dei pensatori che tanto ammirava, divenne presto
oggetto delle battute tutt’altro che bonarie degli antiocheni, che
disprezzavano l’imperatore per via delle sue dissennate scelte in campo sociale
ed economico.
Giuliano l'Apostata raffigurato su una moneta dell'epoca
Probabilmente impossibilitato a
reagire con violenza per via della propria contingente debolezza politica e
dello scarso consenso di cui godeva, Giuliano non trovò nulla di meglio che
controbattere alle provocazioni verbali con questo libello, che mostra in
maniera lampante tutti i suoi limiti.
L’odiatore della barba vorrebbe essere una replica tagliente e sarcastica alle pasquinate che esprimono il malcontento popolare; in realtà finisce per rivelare una personalità bizzosa e goffamente risentita, discretamente snobistica, implacabilmente moralistica e maniacalmente utopica.
L’odiatore della barba vorrebbe essere una replica tagliente e sarcastica alle pasquinate che esprimono il malcontento popolare; in realtà finisce per rivelare una personalità bizzosa e goffamente risentita, discretamente snobistica, implacabilmente moralistica e maniacalmente utopica.
L’interesse del libro sta tutto
nel rivelare la complessa articolazione che potevano assumere i rapporti tra un
imperatore romano e i suoi sudditi.
Voto: 6
Nessun commento:
Posta un commento