domenica 21 febbraio 2016

In memoria di Umberto Eco


 In un blog che si occupa di libri pubblicati in Italia è indispensabile, questa settimana, dedicare un piccolo tributo alla figura di Umberto Eco - scomparso due giorni fa -, vista l'importanza che egli ha avuto fin dagli anni sessanta nel processo di sprovincializzazione delle nostre élites intellettuali, purtroppo ancora oggi non giunto totalmente a compimento.
 Eco fu un operatore culturale a tutto tonto: professore universitario, critico, saggista, teorico del linguaggio, giornalista, bibliofilo, romanziere, consulente editoriale, organizzatore di eventi, giocò ruoli diversi sempre da protagonista nel mondo delle lettere.
 Divenne famoso quando pubblicò Il nome della rosa, che è un bel romanzo, ma che alcuni ritengono sappia troppo di laboratorio perché lo si possa considerare un capolavoro; nonostante non sia uno dei miei romanzi preferiti, io penso invece che rimarrà nella storia della nostra letteratura, se non altro, come opera emblematica del periodo postmoderno (altre prove narrative dello scrittore piemontese, come ad esempio L'isola del giorno prima, risultano decisamente meno convincenti con la loro prolissità; e tuttavia all'interno della sua produzione romanzesca si trovano diversi libri che si leggono con piacere e interesse, dal Pendolo di Foucault al Cimitero di Praga).
 Assai più significativi sono comunque i saggi di Eco, sia quelli specialistici sia quelli più divulgativi. Fra tutti citerei le raccolte Diario minimo e Apocalittici e integrati, che contribuirono a innescare un dibattito sulla contaminazione tra "alto" e "basso" nella cultura contemporanea, evitando del tutto un approccio troppo snobistico alla cultura di massa, considerata invece degno oggetto di analisi.
 In gioventù Umberto Eco fu dirigente dell'Azione Cattolica, poi abbandonata dopo aver ripudiato l'opzione della fede; e tuttavia la Chiesa non gli fu mai realmente nemica, forse in virtù dei suoi studi tomistici, forse in nome di quel tanto di platonico che era presente nel suo approccio semiotico alla realtà.


 Guardando alla sua scomparsa con la stessa ironia con cui egli considerava abitualmente la morte, potremmo dire che è venuto a mancare giusto in tempo per lanciare nella maniera migliore il suo ultimo progetto editoriale: il suo romanzo postumo, infatti, inaugurerà in maggio l'attività de La Nave di Teseo, la casa editrice fondata insieme a un gruppo di intellettuali dotati di prestigio e di mezzi economici sufficienti per potersi permettere di rifiutare di essere assorbiti con Rcs Libri nella Mondadori a guida berlusconiana.
 Attendiamo con curiosità la sua uscita.

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