Confesso di avere un debole per
libri di questo tipo, in cui si isola la singolarità biografica di uno o più
personaggi poco o punto conosciuti per cercare di coglierne lo “specifico umano”;
se poi questi personaggi sono, come recita il titolo, degli “eccentrici” –
uomini abituati a ragionare o a comportarsi in maniera affatto diversa rispetto
alla maggioranza dei loro simili – l’operazione risulta ancora più curiosa e
intrigante.
Quarantatré sono le figure
ritratte nel testo, da Ferdinand von Zeppelin a Henry Gauthier-Villars, meglio
noto come Monsieur Willy – marito e “scopritore” di Colette −, passando fra i
tanti per Cary Grant, Emilio Salgari, Giovanni Gerbi, Georg Trakl, Pancho Villa,
Buster Keaton, Oliver Hardy, Greta Garbo, John Ronald Reuel Tolkien…
L’autore fa in modo che alcuni di
questi si raccontino in prima persona, altri invece vengano descritti da un
narratore esterno; in un caso o nell’altro, comunque, per ogni ritratto Alvi
cerca di creare uno stile originale, che rappresenti il personaggio prima
ancora di narrarlo.
Il libro, però, ha un problema di
fondo: molti dei personaggi illustrati, in effetti, sono troppo poco
eccentrici.
Geminello Alvi
Al contrario, si tratta di uomini
e donne per lo più di successo, perfettamente integrati nel sistema socio-economico
in cui vissero; non sempre il loro anticonformismo fu particolarmente accentuato,
ma tutti furono individualisti al punto tale da incarnare dei modelli perfetti
per arrivare a titillare il narcisismo tipico della mentalità medio-borghese.
Tenuto conto di queste osservazioni, i ritratti migliori sono quelli che riescono a sfuggire alla trappola di una mitizzazione di maniera, focalizzando inediti aspetti intimi della vita del personaggio raccontato.
Io citerei quelli di Carlo Lorenzini (il Collodi), dell'avventuriero Ned Buntline, del lottatore Giovanni Raicevich, del pioniere del volo Otto Lilienthal (novello Leonardo che credeva nel volo librato, e lo sperimentava), di Pellegrino Artusi (gastronomo dalla vita avventurosa), di Raffaele Bendandi (bizzarro esperto di terremoti amato da una Rai Tv ancora in bianco e nero), del regista Mario Bava, di Hans Christian Andersen, del commissario-scrittore Antonio Pizzuto, del trasvolatore Géo Chavez, dell'aspirante alchimista Jean-Julien Champagne.
Io citerei quelli di Carlo Lorenzini (il Collodi), dell'avventuriero Ned Buntline, del lottatore Giovanni Raicevich, del pioniere del volo Otto Lilienthal (novello Leonardo che credeva nel volo librato, e lo sperimentava), di Pellegrino Artusi (gastronomo dalla vita avventurosa), di Raffaele Bendandi (bizzarro esperto di terremoti amato da una Rai Tv ancora in bianco e nero), del regista Mario Bava, di Hans Christian Andersen, del commissario-scrittore Antonio Pizzuto, del trasvolatore Géo Chavez, dell'aspirante alchimista Jean-Julien Champagne.
Voto: 6
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