giovedì 16 giugno 2016

Breece D'J Pancake, "Trilobiti", Minimum Fax


 Minimum Fax ripropone in Italia l’unico libro pubblicato in vita da Breece D’J Pancake, promettentissimo scrittore americano morto suicida nel 1979, prima ancora di compiere 27 anni.
 Si tratta di una raccolta di dodici racconti, tutti ambientati in West Virginia e tutti dominati dalle medesime atmosfere e da tematiche assimilabili. I protagonisti sono in genere relativamente giovani (a volte addirittura molto giovani), ma hanno vissuto abbastanza da aver visto disattesi i sogni e le speranze cullati anni prima; appaiono così quasi dei sopravvissuti, dei residui di un passato dissolto e appena immaginabile, la cui unica testimonianza è costituita dagli incancellabili ricordi che – come relitti di un naufragio – sono conservati nella coscienza di ciascuno di loro.
 Stato d’animo prevalente in ognuna di queste narrazioni è un lucido disincanto impastato di profonda malinconia: così accade nel racconto eponimo Trilobiti, dove il giovane erede dell’unica fattoria rimasta a Company Hill, incapace di rendere produttivi i suoi terreni, passa il tempo a pensare al padre scomparso, a rievocare gli anni vissuti con lui e a cercare nei campi i resti fossili di ere geologiche lontanissime, consapevole di essere destinato a perdere sia Ginny, la ragazza che ama fin dagli anni del liceo, sia la fattoria, che sua madre vorrebbe cedere all’avido e ambiguo signor Trent.
 Così accade in La mia salvezza, dove il protagonista ha passato l’adolescenza a sognare di diventare un dj radiofonico in un’emittente di Chicago, ma ormai adulto si trova inchiodato a Rock Camp e al suo mestiere di meccanico; mentre Chester, l’amico di sempre, forse meno capace e onesto ma certo più spregiudicato di lui, ha avuto il coraggio di lasciare il paese natio al momento giusto (“prima che cominciasse a piovere merda”), è riuscito a diventare un attore piuttosto famoso, e ora fa finta di non conoscerlo.
 Così accade in Legno secco, dove Ottie, un camionista, durante uno dei suoi viaggi si ferma nel luogo dove è cresciuto e rivede Sheila, la ragazza che forse un tempo amava, e la trova intristita e invecchiata; rivede il suo amico fraterno Bus ridotto su una sedia a rotelle in seguito all’incidente avuto proprio con Ottie, un incidente volontariamente provocato da Bus, che cercava la morte probabilmente perché geloso di Ottie e di Sheila.
 Così, ancora, accade in Primo giorno d’inverno, dove Hollis, lasciato solo dai fratelli – trasferitisi altrove e impegnati con le loro famiglie –, si trova ad avere a che fare con due genitori ormai anziani e sempre meno capaci di badare a se stessi, mentre la stagione fredda incombe, e su ogni cosa si distende un’atmosfera quasi cimiteriale.
 La conclusione del racconto – che è anche la conclusione del libro – è esemplarmente elegiaca: “La neve oscurò il sole e mormorando la valle si richiuse quieta, quieta come un’ora di preghiera”.
 Altrove, spesso, la profonda inquietudine esistenziale dei personaggi incrocia problematiche legate alle dinamiche socio-economiche proprie del West Virginia, e alla riduzione per ciascuno di loro delle prospettive di riscatto individuale: si pensi a Valle (dove i protagonisti sono dei minatori alle prese con la difficoltà di far tornare i conti a fine mese); si pensi a Una stanza per sempre (in cui un marinaio in attesa di un imbarco si imbatte in una ragazzina scappata di casa che si prostituisce per vivere), o a L’attaccabrighe (storia di un pugile dilettante che sia arrangia con piccoli lavoretti per sbarcare il lunario).

 Breece D'J Pancake

 A volte l’intreccio dei racconti fa propri i meccanismi del giallo e del noir, senza però adottarne i ritmi incalzanti, rimanendo bensì ancorato alla rappresentazione di una realtà caratterizzata da quella desolazione morale e materiale che costituisce la cifra specifica di tutti i brani della raccolta: è il caso del già citato Una stanza per sempre, del notevole Cacciatori di volpi, di Quante volte (dove dietro il profilo dimesso di un piccolo allevatore di maiali si cela la sagoma spaventosa di un serial killer), di Come deve essere (che vede profilarsi l’ombra di un omicidio passionale).
 In una circostanza (in Il marchio) ci si addentra addirittura a esplorare la labirintica coscienza di una donna ingenua e disturbata, Reva, che è stata traumatizzata dalla perdita dei genitori anni prima, è segretamente innamorata del fratello e gelosa di tutte le donne che potrebbero avvicinarlo, ha un rapporto in generale morboso con tutto ciò che riguarda il sesso, e porta in grembo il figlio del marito Tyler senza riuscire a impedirsi di sentirlo terribilmente lontano. Alla fine Reva perderà il bambino e, in un accesso di follia, darà alle fiamme la casa dove un tempo era solita stare sola col fratello, e che costituisce l’unico ricordo concreto dei suoi genitori.
 Il più riuscito di questi racconti, quello che meglio riesce a contemplare e a lasciar convivere in maniera equilibrata quasi tutti gli elementi presi in considerazione, tuttavia, è per me Onore ai morti: scritto tutto in prima persona singolare, vede il protagonista, un giovane uomo con sangue pellerossa nelle vene, uscire di casa la mattina presto e percorrere a piedi la strada verso la città, mentre ricorda il suo amico Eddie, morto combattendo in Vietnam. Rievocando tanti episodi di vita quotidiana vissuti insieme, l'uomo finisce per chiedersi se Eddie non sia per caso andato a letto con Ellen, che in seguito sarebbe divenuta sua moglie, e se la loro bambina, la piccola Lundy, non sia in realtà figlia di Eddie ed Ellen.
 La tranquilla disperazione e il profondo disincanto che si respirano in tutte le pagine della raccolta, e l'aperto rimpianto per un passato irrecuperabile sono qui ipostatizzati in uno stile tanto asciutto, "onesto" e funzionale alla vicenda narrata da individuare un modo di fare letteratura che possiamo arrivare a definire "tipico di Pancake".

Voto: 7-

Nessun commento:

Posta un commento