sabato 10 marzo 2018

Aurélie Fleschen-Portuese, "Psicobiotici", Red Edizioni


(recensione di Laura Uva, neurobiologa)

 La naturopatia, quando non si traduce in pratiche alternative alla medicina ufficiale, ma integra dati scientifici fondati su evidenze sperimentali con abitudini dettate da un assoluto buon senso, allo scopo di definire uno stile di vita sano ed equilibrato, può produrre a beneficio del grande pubblico osservazioni degne del massimo interesse.
 E' il caso di questo piccolo testo opera di Aurélie Fleschen-Portuese, naturopata diplomata presso l’istituto Superiore di Naturopatia a Parigi, e membro della Federazione Francese delle Scuole di Naturopatia e delle associazioni professionali di Omnes e Aphn.
 Con un linguaggio semplice, l’autrice fornisce delle nozioni di base utili per introdurre al lettore il mondo del microbiota (definito anche "flora intestinale"), ovvero l’insieme dei microrganismi (soprattutto batteri) che sono presenti nel nostro intestino e che vivono in simbiosi con il nostro organismo.
 Ogni essere umano ospita almeno 160-200 tipi tra le 1000 diverse specie batteriche. 
 Il microbiota di ciascuno di noi inizia a formarsi al momento della nascita, si modifica attraverso l’allattamento e lo svezzamento, per poi completare il suo sviluppo verso i due anni di età.
 Naturalmente, esso potrà ulteriormente modificarsi in base all’alimentazione e allo stile di vita.
 La salute del microbiota è importante perché esso svolge un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento e nell’eliminazione degli alimenti, per la produzione di vitamina D, per un buon funzionamento del sistema immunitario e per numerosi altri processi da cui dipende il nostro benessere.
 Dal microbiota, Fleschen-Portuese parte per elaborare il concetto di psicobiotici. Cosa si intende per psicobiotici? Da tempo ormai si parla dell'intestino come di un secondo cervello, e dell’esistenza di un asse microbiota-intestino-cervello. Gli psicobiotici sono quei batteri intestinali che svolgono un ruolo benefico sulla nostra salute mentale, e la psicomicrobiotica è lo studio dell’interazione tra il microbiota intestinale e il cervello. Per fare un esempio, il 95% della sintesi di serotonina, il cosiddetto ormone della felicità, è sostenuto dal microbiota. Quindi, un microbiota in salute fa sentire bene il suo ospite.
 L’alimentazione, ovviamente, è fondamentale per la salute del microbiota e l’autrice fornisce un elenco di alimenti utili al suo benessere. Tra questi alimenti, vi sono i prebiotici, ovvero le fibre vegetali solubili, non digeribili dall’uomo, di cui i batteri benefici del microbiota intestinale (i cosiddetti “probiotici”) si nutrono.
 La scoperta del primo probiotico va attribuita al biologo russo premio Nobel per la Medicina Mecnikov, che nel 1907 scoprì i benefici dovuti al Lactobacillus bulgaricus contenuto nel latte fermentato assunto da una popolazione bulgara rurale, caratterizzata da un’aspettativa di vita insolitamente alta per quei tempi.
 Lo yogurt fu il primo alimento probiotico commercializzato in Francia dalla Danone. Molto interessante è il paragrafo sui latticini, in particolare sullo yogurt, con informazioni curiose proprio sulla sua storia e la sua produzione.

Aurélie Fleschen-Portuese

 Tra gli alimenti che invece alterano la flora intestinale vi è lo zucchero raffinato. Si stima che in Italia il consumo pro capite di zucchero raffinato sia di 27 Kg/anno, cioè 3 volte la quantità consigliata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Il consumo di zucchero raffinato, affaticando il pancreas - che deve contrastare l'aumento della glicemia mediante la produzione di insulina e aumentando il grado di acidità nell’organismo - crea stress fisiologico e mentale. Gli sbalzi di glicemia e la sensazione di malessere che ne conseguono determinano uno stato di nervosismo e di dipendenza dallo zucchero bianco.
 Tra i tipi di grassi da evitare vi sono quelli saturi e i trans; mentre utili sono gli omega 3, presenti ad esempio nel pesce.
 Vi sono terapie farmacologiche che possono avere effetti negativi sulla flora intestinale: ovviamente, le terapie antibiotiche, ma anche gli antiinfiammatori non steroidei (FANS) e le chemioterapie.
 Gli antibiotici sono i nemici dei batteri per eccellenza. Il problema, però, non sta tanto negli antibiotici assunti (correttamente) in caso di infezione (a cui si può affiancare l’assunzione di probiotici), quanto negli antibiotici nascosti negli alimenti di origine animale. Anche per tale via, fra l'altro, si è generato il serio problema dell’antibiotico-resistenza.
 La soluzione proposta dall’autrice è quella di rinforzare il nostro organismo allo scopo di “essere soggetti il meno possibile alle infezioni, di potenziare le difese immunitarie, di sviluppare al massimo la vitalità, di permettere all’innata intelligenza del nostro corpo di esprimersi in tutto il suo potenziale, ancora in parte sconosciuto”.
 Anche l’attività fisica è importante per l’equilibrio del microbiota, poiché favorisce la crescita dei batteri utili e la diversificazione dei ceppi presenti nella flora intestinale.
 L’autrice conclude sottolineando il ruolo della naturopatia (che significa "sentiero della natura"), che consiste nell'educare gli individui a seguire le leggi naturali per assecondare e favorire il loro stato di salute.
 Il libro ha un'impostazione tutta divulgativa, e si legge molto velocemente. La trattazione discorsiva viene completata da schede per l’approfondimento di alcuni argomenti, da qualche ricetta, da consigli pratici e da un breve glossario. Il testo è corredato anche da piccoli disegni efficaci e divertenti, che rappresentano icasticamente i batteri e alcuni degli alimenti consigliati.

Voto: 6

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