venerdì 28 dicembre 2018

Sébastien Japrisot, "La cattiva strada", Adelphi


 Le Mal Partis fu pubblicato in Francia nel 1950, quando il suo autore non aveva ancora compiuto diciannove anni; significativamente il libro piacque alla critica, ma il pubblico si mostrò piuttosto tiepido nei confronti di un'opera che trattava un argomento realmente scabroso.
 In Italia il romanzo fu introdotto solo nel 1979, con il titolo Storia d'amore di una suora, una tiratura limitata e la scelta di indicare quale autore Jean-Baptiste Rossi, senza utilizzare lo pseudonimo sempre usato da questo scrittore: Sébastien Japrisot. 
 L'odierna pubblicazione da parte di Adelphi rappresenta dunque qualcosa di nuovo, e offre l'occasione per far conoscere anche nel nostro Paese un testo notevole sotto diversi aspetti.
 La storia raccontata è quella di una inconfessabile relazione tra una suora ventiseienne e uno studente di soli quattordici anni. Il romanzo, però, è privo di autocompiacimento e, paradossalmente, anche di qualsiasi traccia di morbosità: Japrisot, infatti, riesce a tenersi contemporaneamente lontano dall'attitudine solo superficialmente trasgressiva propria, ad esempio, del giornalismo scandalistico - o di certa letteratura di consumo -, e dai luoghi comuni della letteratura erotica; al contrario, presenta e sviluppa la vicenda narrata con precisione analitica, senza orpelli retorici e senza indugiare su particolari inutili o su scene non essenziali nell'economia narrativa, ma allestite a bella posta per sgomentare il lettore.
 In questo modo riesce a problematizzare il racconto, a suscitare dubbi profondi sulla presunta innaturalità e sulla pretesa illiceità di un amore apparentemente inconcepibile, e in definitiva a creare un'opera capace di dare realmente scandalo, come solo i capolavori sanno fare.
 Denis Leterrand frequenta la quarta classe del collège presso un istituto religioso gestito dai padri Gesuiti in una città nel sud della Francia occupata dalle truppe naziste. Siamo nel 1943, ma la guerra gli scorre accanto senza toccarlo: le sue giornate, all'ombra della ristrettezza di vedute dei genitori prigionieri degli schemi di una mentalità tipicamente piccolo-borghese, e della grettezza dei sacerdoti che svolgono le mansioni di insegnanti e sorveglianti a scuola, si snodano fra le pastoie di precetti convenzionali improntati a un'insopportabile ipocrisia. Per questo il ragazzo è sempre più inquieto e indisciplinato, e vive nell'attesa che un grande cambiamento venga a liberarlo dalla collosa monotonia a cui si riduce la sua vita quotidiana.
 Con tutto ciò, Denis è ancora pieno di candore: la sua fede in Dio è autentica, e un'assoluta onestà caratterizza il suo modo di guardare se stesso e il mondo. Così, quando incontra per caso suor Clotilde presso l'ospedale dove gli studenti dell'istituto si recano ogni giovedì per portare conforto ai vecchi malati, non c'è malizia nel trasporto con cui egli nota quanto la giovane monaca sia più graziosa delle sue consorelle, né nell'insistenza con cui in seguito tenta di rivederla e di conoscerla meglio.

 Sébastien Japrisot

 Del resto, anche suor Clotilde - che pure ha dodici anni più di lui - è pervasa di candore: ha preso i voti quasi senza pensarci, e praticamente senza conoscere né il mondo né se stessa, perché i suoi genitori hanno deciso per lei quale sarebbe stata la sua strada.
 Il fervore di Denis suscita in lei un sentimento mai provato prima: un sentimento che dapprima la ragazza scambia per una manifestazione del proprio sopito istinto materno, ma che a poco poco si palesa per qualcosa di diverso, qualcosa che è capace di scuotere tutto il suo essere, fino a confondere la sua visione del mondo, fino a piegare la sua volontà.
 In fondo, come nota a un certo punto la stessa suor Clotilde, è come se i due ragazzi fossero coetanei: l'assoluta mancanza di esperienza della giovane suora annulla la differenza d'età, e fa sì che lei e Denis scoprano insieme la prepotenza dell'attrazione reciproca.
 E quando il demone dell'amore si impadronisce definitivamente di loro, non c'è davvero nulla che riesca a opporsi alla loro nascente passione: non la paura della legge degli uomini, non il timore nei confronti della legge di Dio che hanno interiorizzato fin da bambini, non il senso della convenienza, non il rimorso nei confronti dei genitori di Denis, o della superiora responsabile del convitto in cui suor Clotilde presta servizio come insegnante; Denis e Claudie - questo il vero nome della suora - sono disposti a tutto pur di stare insieme.
 Con estrema audacia, suor Clotilde ottiene di poter utilizzare come pied-à-terre l'appartamento lasciato vuoto da una sua amica e compagna di studi destinata a sposarsi e a trasferirsi col marito fuori città: è lì che lei e Denis si amano per la prima volta.
 Più avanti, anche le circostanze li aiutano: la città in cui si trovano viene bombardata dagli Alleati, frattanto sbarcati in Normandia; i genitori di Denis vorrebbero mandare il ragazzo in campagna, e suor Clotilde - che nel frattempo ha cominciato a dargli ripetizioni di latino per avere il pretesto di vederlo più spesso - si offre di portare con sé il suo giovanissimo amante segreto a Villarguier, per ospitarlo, lontano dai rischi della guerra, in una casa appartenente alla propria famiglia.  
 E tuttavia, gli abitanti del piccolo villaggio non tardano ad accorgersi dell'eccessiva intimità esistente tra quel ragazzino e la suora, che sempre più spesso sveste la tonaca per indossare abiti civili. Quando il postino li sorprende mentre giocano a inseguirsi in un prato, e poi il figlio della fornaia del paese li scorge mentre si scambiano un bacio ai margini del bosco, lo scandalo è enorme. 
 Claudie, nonostante il tentativo della superiora (avvisata della situazione che si è venuta a creare dal parroco della pieve locale) di farla tornare sui propri passi, abbandona il velo; Denis, richiamato in città dai suoi genitori atterriti dalla prospettiva del clamore che l'avventura del ragazzo potrebbe suscitare, viene spedito come residente in un collegio di Grenoble, in cui è destinato a restare rinchiuso come in un carcere fino al Baccalauréat.
 In una straziante scena finale, Denis viene trascinato sul treno che lo porta verso la sua prigionia da due preti che lo scortano come fossero secondini, mentre Claudie, in lacrime, gli giura eterno amore e gli promette che lo aspetterà negli anni a venire. 
 La lettura del testo, con il suo stile minuzioso e incisivo, dà un capogiro che non c'entra nulla con il gusto del proibito: si finisce per chiedersi seriamente se norme etico-filosofiche che di solito riteniamo facciano parte della struttura portante della morale naturale non siano, in fondo, relative, e se la loro validità non dipenda dalle circostanze particolari in cui ci si richiama ad esse, e dagli individui a cui si pretende di applicarle.

Voro: 8 

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