domenica 29 novembre 2020

Regina Porter, "I viaggiatori", Einaudi


 I viaggiatori è un romanzo che ha l'ambizione di rappresentare, attraverso una serie di vicende differenti, fra loro variamente intrecciate - che coinvolgono una moltitudine di personaggi e si sviluppano ciascuna in un momento diverso di un arco temporale che va dagli anni cinquanta del Novecento agli anni dieci del Duemila -, il mosaicio complesso di quella parte della società americana che si è venuta modellando negli ultimi decenni grazie alle frequenti, problematiche intersezioni tra la comunità bianca e quella nera (seguendo la più evidente delle linee di frattura che negli Stati Uniti tendono a dividere la popolazione in gruppi non omogenei al loro interno, ma di certo distinti tra loro).
 Il parametro dell'appartenenza etnica e quello dell'orientamento sessuale sono quelli che nei racconti proposti vengono più di frequente presi in considerazione quali propulsori dello spin narrativo, perché nelle discriminazioni di natura razziale da una parte, e nei disagi conseguenti ad abusi, traumi, ossessioni o turbe identitarie di natura sessuale dall'altra vengono individuate le origini dei travagli esistenziali di vari personaggi esplorati con l'esplicarsi della narrazione.
 La tecnica - piuttosto originale - utilizzata da Regina Porter prevede la successione di una serie di "specchi narrativi" che si riflettono uno nell'altro e rimandano uno all'altro sulla base di una logica che contempla rapporti di parentela o rapporti affettivi fra i protagonisti delle diverse vicende narrate, o esperienze di vita affini, o origini consimili, o parabole esistenziali parallele o complementari, o analoghe frustrazioni, aspirazioni, rimpianti, rimorsi, dolori, ricordi. 
 Le vicende umane che più di tutte le altre finiscono per essere crocevia dei destini più disparati sono quelle di James Samuel Vincent Jr, detto "the James", bianco, avvocato di successo a Manhattan, e di Agnes Miller Christie, nera, figlia di un Diacono della Buckner County, in Georgia, e dunque parte di quella piccola borghesia "di colore" determinata a costruirsi un futuro più prospero di quello dei propri antenati.
 Curiosamente questi due personaggi, nelle pagine del romanzo, non si incrociano mai personalemente, pur entrando per parte loro in relazione con molti degli altri personaggi e pur essendo consuoceri (la figlia minore di Agnes, Claudia, diventata docente universitaria ed esperta di Shakespeare, sposa il figlio legittimo di James, Rufus, che intraprende a sua volta la carriera accademica e arriva ad essere considerato uno dei massimi esperti americani di James Joyce).
 James Vincent, figlio di straordinaria bellezza di una bibliotecaria e di un pompiere - che abbandona la famiglia quando "the James" è ancora un ragazzo -, dopo la laurea e dopo aver imparato a conoscere le donne, sposa a New York l'affascinante e un po' nevrotica Sigrid, che molti ritengono somigliante a Natassia Kinski; dall'unione fra i due nasce Rufus (che, da adolescente, dopo la separazione dei genitori andrà a vivere con la madre a Los Angeles, sperimentando tutte le mollezze californiane, per tornare al padre e alla costa atlantica solo al momento di frequentare il College). Contemporaneamente, però, James porta avanti una relazione saltuaria con Barbara Camphor, moglie del banchiere Charles Camphor (entrambi esponenti tipici della vecchia America WASP). Hank Camphor, il figlio di Barbara, legatissimo a Charles, l'uomo che l'ha cresciuto e che ha sempre considerato il suo vero padre, saprà solo da adulto, dopo la morte di quest'ultimo, di essere in realtà anch'egli figlio di James Vincent.   
 

  L'incontro di Hank con il fratellastro coetaneo Rufus e con la moglie di lui Claudia (dalla quale Hank si sentirà immediatamente attratto) costituirà per l'erede dei Camphor un'occasione per provare a liberarsi di tutte quelle ipocrisie che l'educazione ricevuta ha fatto sì che si sedimentassero in lui. 
 Assai più cruda l'esperienza di Agnes: fin da ragazzina si trova a condividere la stanza con Eloise Delaney, una coetanea figlia di due operai poveri e dediti all'alcol che, dopo l'incendio della loro casa, non sono più in grado di occuparsi di lei; per questo i genitori  ddi Agnes l’hanno accolta in casa. Ma Eloise è lesbica, ed è innamorata fin dalle elementari della piccola Agnes, la quale, crescendo, finisce per conoscere l'amore e il sesso proprio attraverso l'amica.
 Il problema è che ad Eloise piacciono solo le donne, mentre Agnes scopre a un certo punto di provare attrazione anche per gli uomini. Il suo incontro con Claude Johnson - un giovane e affascinante ingegnere di colore - segna la rottura definitiva del rapporto fra lei ed Eloise; le due, peraltro, continueranno a pensarsi e a rimpiangersi reciprocamente per tutta la vita, senza trovare mai modo di riallacciare la loro amicizia (anche quando prenderà il brevetto di volo, entrerà nell'esercito, partirà per il Vietnam, e poi si trasferirà a Berlino, Eloise non smetterà di anelare ad Agnes; la quale, a sua volta, anche da sposata, onorerà la memoria del suo legame di un tempo con Eloise con sporadiche avventure lesbiche, senza trovare mai il coraggio di cercare l'amica).
 Agnes, però, non sposa Claude, con il quale si trova invece ad affrontare, in una sera del 1966, l'avventura peggiore della sua vita: di ritorno da un festival di jazz, la loro automobile viene fermata per un controllo da una coppia di poliziotti bianchi razzisti, che picchiano Claude e violentano la ragazza. 
 Ferita nel profondo, incapace di volersi e di volere ancora bene, Agnes a quel punto rifiuta di portare aventi il fidanzamento con Claude (destinato dopo qualche anno a morire tragicamente durante una rapina) e sposa invece il piccolo e buffo Eddie Christie - originario di New York, e precisamente del Bronx, dove ha assorbito le abitudini dei suoi vicini di casa italiani -, in procinto di partire per il Vietnam. Dall'esperienza della guerra (vissuta a bordo di una portaerei) Eddie tornerà affetto da turbe psichiche per via, oltre che delle crudeltà a cui ha assistito, dei sensi di colpa per il proditorio assassinio di un commilitone razzista, che lo maltrattava in quanto nero, perpetrato con la collaborazione di Jeb Applewood, (fratello di Reuben, che sarà poi ufficiale di marina e vicino di casa dei Camphor durante l'infanzia di Hank).
 Dall'ossessione di Eddie per una piece teatrale, Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard - suo unico antidoto alla disperazione e alla follia - nascerà l'amore della figlia Claudia per la letteratura e per Shakespeare.
 Come si capisce da questi sommari riferimenti ad alcuni frammenti della trama, il libro è complesso e articolato: i rimandi continui che tengono insieme il vasto affresco si sposano con la cura nella resa delle singole "scene narrative" (ciascuna, in pratica, è un racconto a sé stante), in cui l'esperienza dell'autrice come drammaturga si palesa soprattutto nella grande efficacia dei dialoghi, nella definizione psicologica dei caratteri e nell'icasticità di ogni frazione del romanzo.
 Peraltro, alla fine, anche la complicata struttura del testo sembra una celebrazione metaforica di quella che si può ritenere la morale del libro, espressa da Agnes medesima quando, ormai anziana, circondata dalle figlie, dai generi, dai nipoti, entra per caso nel ristorante aperto dall'uomo che tanti anni prima l'ha stuprata, e si mette a riflettere su se stessa: la capacità di ciascuno di noi di sommare tante vite e tante identità in un corpo solo.
 
In poche parole: il romanzo presenta una struttura particolarmente complessa e originale, basata su una sequenza di "specchi narrativi" ciascuno dei quali, pur raccontando una vicenda a sé stante, rimanda a tutti gli altri, con una serie di riflessi che si sommano e si incrociano - collegando fra loro personaggi, luoghi, situazioni diverse - fino a comporre una storia unitaria di più ampio respiro. Tale storia (al centro della quale potremmo porre le figure romanzesche che rappresentano più di altre dei crocevia di destini, quella del bianco James Samuel Vincent e quella della nera Agnes Christie), sviluppandosi tra gli anni cinquanta del Novecento e gli anni dieci dei Duemila, cerca di restituire il mosaico complesso di quella parte della società americana che si è modellata negli ultimi decenni grazie alle problematiche intersezioni tra la comunità bianca e quella nera. Una società che, come in fondo accade a ciascuno di noi, può sommare tante vite e tante identità in un corpo solo.
 
Voto: 7,5 

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