domenica 14 marzo 2021

Elena Loewenthal, "La carezza", La nave di Teseo


  La carezza. Una storia perfetta è un romanzo d'amore e di filologia. La protagonista, Lea Levi, è una paleografa torinese che, nel 1999, quando ha 39 anni ed è ancora una ricercatrice universitaria, a Rossano Calabro - dove si è recata per un convegno di studi sul celebre Codex Purpureus Rossanensis -, incontra Pietro, professore di Chieti di pochi anni più anziano di lei. 
 Il convegno specialistico, che riunisce filologi, paleografi, bibliologi e critici, prende spunto dal famoso manoscritto - un evangeliario splendidamente miniato del 550 d.C., vergato in oro e argento su pagine di pergamena trattata in maniera tale da offrire alla scrittura uno sfondo purpureo - per sviluppare temi di più generale interesse scientifico-letterario sull'analisi degli antichi codici dal punto di vista materiale, dal punto di vista della corretta ricostruzione della lezione del testo e dal punto di vista della sua interpretazione.
 Lea presenta una relazione sulla bellezza dell'onciale greca, la scrittura maiuscola di eccezionale chiarezza con cui buona parte del manoscritto è tracciata: Pietro, invece, è chiamato a tenere un discorso su quella particolare figura filologica che è il "salto du même au même", e sulle sue potenzialità creative. Il salto du même au même è un "incidente" in cui di frequente incorrevano i copisti, ed è una delle principali cause di corruttela degli antichi manoscritti: mentre trascriveva un testo, per un istante di fatale distrazione, il copista, dopo aver alzato gli occhi dal libro, riprendeva il suo lavoro da una parola uguale a quella sulla quale si era interrotto, ma collocata poche righe sotto; in questo modo creava una lacuna, rispetto all'originale, nella lezione del testo che proponeva ai futuri lettori del manoscritto da lui redatto.
 Lea e Pietro si conoscono solo di nome, sono entrambi sposati e con figli, ma la prima sera del congresso, complice forse il clima conviviale che si crea fra i partecipanti alla fine della prima giornata dei lavori, scoprono fra loro una singolare affinità e, del tutto inopinatamente, quasi come se fossero catturati da una di quelle suggestive coincidenze creative tipiche dei sogni, finiscono per passare la notte insieme. L'amore che sperimentano si rivela per entrambi pienamente appagante e l'intesa fra loro risulta perfetta, sia sotto l'aspetto fisico, sia sotto l'aspetto psicologico.
 Il convegno di Rossano, così, diventa il momento d'inizio di una storia intensa ma dallo sviluppo del tutto particolare: è come se i due dessero luogo a una versione della propria vita alternativa a quella che conducono quotidianamente con i propri familiari. La relazione clandestina in cui si sono lanciati prosegue appassionatamente per qualche mese, tra dolci messaggi scambiati via email, frequenti telefonate, sporadici incontri in luoghi lontani da quelli in cui vivono: vibranti convegni amorosi pieni di complicità, di semplicità, di ispirazione, di un senso di compiutezza e di assoluto, con il mito della bellezza e del calore del Sud a cui aspirare.
 
Elena Loewenthal
 
 Poi, per una telefonata procrastinata, un guaio in famiglia, una email lasciata senza risposta o un appuntamento saltato per un contrattempo, la presa erotica si allenta, la relazione tra Lea e Pietro sembra sfumare nel suo naturale esaurimento: il colloquio tra i due non si interrompe, ma va avanti solo a distanza, senza più incontri, e diventa puramente professionale, punteggiato di piccole collaborazioni editoriali, studenti inviati per la tesi da uno all'altra, la lettura dei rispettivi saggi, l'imbattersi casuale nel nome dell'uno fra i giurati di un premio letterario, in quello dell'altra fra i narratori candidati a un concorso riservato ad autori di racconti inediti. 
 Pure, nulla è davvero dimenticato, e nulla è andato perduto: quando Lea e Pietro si rivedono nel 2019, vent'anni dopo il loro primo incontro, invitati da un collega di Napoli (città nella cui prestigiosa Università Pietro ha lavorato a lungo prima di ritirarsi dall'insegnamento - una volta raggiunta l'età canonica - con il titolo di professore emerito) la passione improvvisamente si riaccende, l'intesa fra loro si scopre intatta, e a dispetto del tempo passato e dell'età non più verdissima, il legame si rivela più saldo che mai.
 In fondo, nulla ha contato la lacuna di quei vent'anni vissuti a distanza: il loro amore si palesa per un vero e proprio salto du même au même esistenziale, che ricollega nella trama della medesima storia momenti di un'intensità assoluta, come se non ci fosse fra di essi alcuna soluzione di continuità.
 Perfino il mito della bellezza e della perfezione del Sud, tante volte evocato e accarezzato da Lea anni prima, si riattiva e si salda alla magica tensione esistente tra Pietro e Lea quando la donna riesce a condurre il suo amante sull'isola del Mediterraneo che costituisce per lei una sorta di porto dell'anima.
 Solo la morte dell'uomo, che sopravviene alcuni mesi dopo il ricongiungimento, con la sua crudeltà, riesce porre la parola fine a una storia perfetta. Entrambi erano riusciti a "uscire da se stessi" per incontrarsi e fondersi e dare luogo ad un universo nuovo; ora Lea, guardando a ciò che ha perduto e ai ricordi che le sono rimasti - e che ogni giorno si fanno inevitabilmente più tenui -, comprende come Pietro, definitivamente "fuori da sé", non potrà comunque più essere con lei. E la sua mancanza, e il vuoto che ha lasciato - la lacuna che la loro storia ha finito per circoscrivere - diventa la prova più piena del significato di ciò a cui hanno dato vita.
 Elena Loewenthal riesce a scrivere un romanzo d'amore pieno di suggestioni letterarie, ma dalla grande leggibilità, in cui il sentimento viene proiettato dalle circostanze stesse che lo creano in una dimensione dove si attenua il valore della realtà codificata dal senso comune in favore di quello della realtà parallela plasmata dal sentimento stesso; e dove persino il vuoto incolmabile lasciato dalla mancanza dell'amato diventa il sigillo all'assoluta importanza del legame amoroso. 
 
In poche parole: romanzo d'amore e filologia, pieno di suggestioni letterarie e dalla straordinaria leggibilità, La carezza riesce a rappresentare alla perfezione la capacità del legame amoroso di creare una realtà parallela, assolutizzata dal sentimento dei due amanti, attenuando il valore di quella codificata dal senso comune. Un universo personale di miti e numinose corrispondenze dell'importanza del quale il vuoto orribile lasciato dalla mancanza dell'amato diventa un sigillo di autenticità.

Voto: 6,5
 

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