sabato 7 luglio 2018

John Updike, "Coppie", Einaudi


 A cinquant'anni dalla sua prima uscita, Einaudi ripropone uno dei romanzi simbolo del Sessantotto, Coppie, che diede scandalo allora, e che ancor oggi viene presentato come uno dei classici della narrativa erotica. 
 In effetti, guardando solo alla trama di questo libro, si potrebbe ricavare l'impressione che si tratti di un romanzo drammatico-sentimentale piuttosto spinto, di quelli che spopolano presso lettori e lettrici che, seguendo una vena trasgressiva, sono in cerca di emozioni forti.
 Niente di più sbagliato. Sotto una superficie narrativa fatta di tradimenti, inquietudini matrimoniali, spericolati scambi di coniugi, manie e bizzarrie amorose, c'è la traccia di un'ammirevole ricerca sulle dinamiche dei sussulti etici ed emotivi della classe media americana in una fase cruciale della storia recente degli Stati Uniti: gli anni sessanta del XX secolo.

John Updike

 Gli Hanema, i "piccoli-Smith", gli Appleby e tutti gli altri personaggi di cui si raccontano le vicissitudini coniugali sono esponenti di una borghesia che, bene o male, si ritiene sicura custode dello spirito propulsivo degli Stati Uniti moderni: un pragmatismo pieno di misura e di buon senso, in cui la tensione moralistica delle origini si è assai allentata insieme agli antichi slanci idealistici.
 Costoro ritengono J.F. Kennedy uno dei loro - perché proviene dal loro stesso background - ma poco hanno capito del cambio di prospettiva di cui egli, anche suo malgrado, è destinato a diventare il simbolo; e la sua morte non servirà a risvegliarli.
 Una nuova generazione sta per salire alla ribalta, più ingenua ma più pura della loro, mentre essi restano prigionieri dei propri paradigmi: vivono l'amore e il sesso più come un gioco sociale che come strumento per perseguire un'inedita aspirazione all'autenticità (quell'aspirazione all'autenticità che, con tutti i suoi limiti, rappresenta il lascito testamentario del Sessantotto che ancora oggi vale la pena serbare).  
 Solo Piet Hanema sembra ansiosamente alla ricerca di qualcosa di diverso; anche se, alla fine, con lui la sorte non sarà benevola. 

Voto: 7

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