domenica 27 gennaio 2019

Kent Haruf, "Vincoli", NN Editore


 Vincoli è traduzione imperfetta per il titolo del primo romanzo in cui Kent Haruf diede vita al mito della contea di Holt: The Tie That Binds, "Il laccio che stringe"; pubblicato negli Stati Uniti nel 1984, il libro è ora disponibile anche in italiano. 
 Del resto, non è facile rendere con una parola o una sola frase il senso non univoco della vita strozzata di Edith Goodnough, che è al centro della narrazione: passività femminile, sottomissione volontaria alle istanze degli affetti familiari, incapacità di svincolarsi dall'autorità paterna, pietà nei confronti dei genitori e del fratello, autodisciplina, senso del dovere, pura e semplice oblatività concorrono nel determinare il destino di questa donna, la cui esistenza si sostanzia in una lunga serie di rinunce. 
 La storia raccontata affonda le radici addirittura nell'epopea dei pionieri che colonizzarono le vaste pianure dell'ovest degli Stati Uniti, anche se il racconto prende le mosse dall'ultimo giorno dell'anno del 1976 (forse non a caso ricorrenza del bicentenario della Dichiarazione d'Indipendenza americana).
 La voce narrante è quella di Sanders Roscoe, allevatore di bestiame nelle campagne di Holt, vicino di casa e storico amico dei Goodnough, che dà libero sfogo ai suoi pensieri dopo avere maltrattato uno dei giornalisti di Denver venuti da lui per raccogliere informazioni con cui soddisfare la curiosità dei suoi lettori intorno alla figura di Edith che, mentre Sanders parla, si trova ricoverata in ospedale, in una stanza piantonata da un agente; perché Edith, ormai ottantenne, è stata accusata di omicidio.
 Solo alla fine del libro, in realtà, verremo a conoscenza del presunto crimine di Edith, perché Sanders parte da lontano, addirittura dall'arrivo a Holt dei genitori di Edith, Roy Goodnough e Ada Twamley, che negli anni novanta dell'Ottocento si spostarono dall'Iowa in Colorado per prendere possesso del pezzo di terra assegnato loro grazie all'Homestead Act. 
 Il terreno su cui si insediarono era lontano più di dieci chilometri dal centro abitato, non c'era acqua nei paraggi, e il paesaggio, affatto diverso da quello dell'Iowa, risultava deprimente per Ada. Unici "vicini di casa" dei giovani coniugi, una nativa americana abbandonata dal marito - un colono bianco - e suo figlio di sei anni, John Roscoe, destinato un giorno a diventare il padre nel narratore. 
 Su quel pezzo di deserto, la vita era stata ingrata con Ada, morta ancora giovane, quando i due figli che aveva dato a Roy - Edith e Lyman - erano appena adolescenti; ancor di più, però, lo sarebbe stata con la figlia maggiore, soprattutto dopo un incidente durante la trebbiatura del grano che aveva mutilato Roy Goodnough di tutte le dita delle due mani. Da quel momento, Roy - ormai inabile al lavoro - si era trasformato in un collerico tiranno, e i suoi due figli erano diventati gli schiavi al suo servizio costretti a lavorare da prima dell'alba a dopo il tramonto per mandare avanti la fattoria.

Kent Haruf

 Il fatto è che Edith a quella specie di schiavitù si era sottomessa volontariamente: in nome del rispetto per il padre e dell'affetto per il fratello aveva rifiutato di sposare John Roscoe - che pure amava -; e di Roy era stata l'indispensabile sostegno fino alla fine, anche dopo che Lyman - con la scusa di volersi arruolare nell'esercito dopo l'attacco di Pearl Harbor - aveva lasciato Holt senza dare l'impressione di volervi rimettere piede.
 Edith, così, era rimasta sola: sola a subire gli accessi d'ira del padre prima, e poi sola del tutto, con le cartoline quasi beffarde che Lyman le spediva da ogni angolo degli Stati Uniti, e con la premurosa compagnia di Sanders che, al corrente dell'amore trascorso tra lei il padre, si era abituato a considerarla una sorta di seconda madre, e di tanto in tanto andava a trovarla.
 Solo quando Lyman era tornato, dopo anni di peregrinazioni, la sorella lo aveva riaccolto in casa e, per qualche anno, con lui era stata felice; ma la sua serenità era destinata a non durare. 
 Dopo un incidente in auto, infatti, Lyman aveva perso ogni capacità di badare a se stesso; ed Edith si era ritrovata nuovamente a curare un infermo, prigioniera della propria condizione.
 La sua colpa, infine, era stata quella di avere cercato di liberare se stessa e chi le stava più a cuore dalle proprie sofferenze: una sera aveva appiccato il fuoco alla sua casa, coricandosi poi accanto al fratello profondamente addormentato. 
 Lyman era morto, lei si era salvata per via del casuale intervento prima di Sanders e poi dei pompieri. E così, Edith non era riuscita a trovare la libertà a cui finalmente anelava, e si era ritrovata accusata di omicidio per via dello zelo dello sceriffo Bud Sealy, ansioso di far parlare di sé per essere confermato nella propria carica, e desideroso di compiacere un giornalista amico, che gli chiedeva notizie fresche da Holt.
 Raccontata così, quella di Vincoli sembrerebbe una bella storia insieme eroica e malinconica, senza troppe complicazioni. Ma c'è di più: c'è un'ambiguità di fondo che rende la vicenda di Edith Goodnough assai più sfuggente e difficile da inquadrare. 
 Prima di tutto risulta inafferrabile il vero motivo per cui Edith rifiuta la proposta di matrimonio di John Roscoe, grazie alla quale avrebbe potuto conciliare il suo amore per il ragazzo con la fedeltà agli affetti domestici e con le cure di cui il padre necessitava.
 In secondo luogo, appare assai ambiguo il rapporto di Edith con il fratello Lyman e con lo stesso Sanders, che per lei è una sorta di figlio putativo. Sanders, una sera in cui va a trovarla a casa sua per alleviare la sua solitudine, finisce per baciarla sulle labbra, senza che Edith faccia resistenza; e quando Lyman è costretto dalla sua infermità a restare a dormire al piano terreno, si scopre che, fino a quel momento, nella loro stanza al primo piano, fratello e sorella hanno dormito nello stesso letto. L'ombra dell'incesto sembra così posarsi e pesare sul tenace attaccamento della donna al suo originario nucleo familiare.
 Il romanzo si colora in questo modo di una luce diversa: la scrittura precisa e concreta che sempre caratterizza i testi di Kent Haruf allarga il compasso della pietà fino ad accogliere tutte le passioni - anche quelle più difficili da raccontare - che si celano sotto la superficie della normalità ordinaria della comunità di Holt, Colorado. E tutto diventa più vivo e vero.

Voto: 7

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