domenica 29 marzo 2020

Roberto Bolaño, "Sepolcri di cowboy", Adelphi


 Il libro è costituito da tre romanzi incompiuti (o abbozzi di romanzi) ritrovati dopo la morte di Bolaño fra i suoi manoscritti inediti. Il primo è l'eponimo Sepolcri di cowboy, ed è il più strutturato. Protagonista e narratore è quell'Arturo Belano, alter ego dell'autore, che abbiamo imparato a conoscere in altre opere dello scrittore cileno.
 Il testo presenta parecchie componenti autobiografiche: la narrazione prende le mosse nel 1968, quando il giovanissimo Arturo - aspirante poeta culturalmente piuttosto sprovveduto, ammiratore di Nicanor Parra -, la sorella e la madre sono in procinto di trasferirsi dal Cile al Messico, dove vive il padre del protagonista, un messicano che fino a quel momento non ha mai fatto parte delle loro esistenze. Il trasferimento a Città del Messico segna per Arturo l'inizio di un apprendistato che passa attraverso numerose letture, la visione di film erotici e le conversazioni con il Verme, un misterioso, laconico personaggio originario di Villaviciosa, nel Sonora, che ogni giorno lo osserva da una panchina pubblica entrare nella libreria che è solito frequentare, e prima di scomparire improvvisamente, un giorno, gli regalerà un coltello.
 Solo dopo alcuni anni di permanenza in Centro America Arturo rientrerà in Cile, con un viaggio in nave, durante il quale farà amicizia con Dora Montes, una malinconica spogliarellista della quale dividerà i favori con Johnny Paredes, il suo compagno di cabina.
 Il ritorno nel Paese natale avverrà giusto in tempo per assistere, impotente, al Golpe dell'11 settembre 1973 del generale Augusto Pinochet. Un irreale senso di inadeguatezza e solitudine pervaderà Arturo nelle fasi concitate del rovesciamento di Salvador Allende e dell'attacco militare al Palacio de La Moneda.
 Patria, il secondo romanzo, narra una serie di eventi relativi ai giorni, alle settimane, ai mesi, agli anni successivi al Golpe del 1973. Protagonista-narratore, in questo caso, è un altro degli alter ego dell'autore, Rigoberto Belano.
 Sorpreso dal colpo di stato durante una festa di studenti e intellettuali bohémien, Rigoberto lascia Santiago con l'automobile di Patricia Arancibia, la ragazza di cui è innamorato e che lo conduce presso la sua abitazione in campagna.
 Più tardi, dopo la creazione del regime dittatoriale, Patricia - come molti altri desaparecidos - sarà uccisa in circostanze misteriose, Rigorberto verrà imprigionato e torturato, mentre altri membri del loro gruppo, come il poeta Juan Cherniakovski, intraprenderanno un personale percorso di esplorazione delle atrocità dell'America Latina, su cui aleggia l'ombra fascinosa e perversa del nazismo, perfettamente simboleggiata da un vecchio Messerschmitt della Luftwaffe che sorvola il cielo azzurro di Santiago.

 Roberto Bolaño

 Il terzo abbozzo di romanzo si intitola Commedia dell'orrore in Francia, ed è ambientato a Puerto Esperanza, in Guyana francese, dove, dopo aver assistito da un bar in riva al mare a un'eclissi di sole, il giovane Diodoro Pilon, mentre attraversa a piedi la città deserta ed immersa nell'oscurità per tornare a casa, sente incongruamente squillare un telefono pubblico, ed è spinto da una forza misteriosa a rispondere.
 La chiamata, in effetti è per lui: un bizzarro personaggio che parla francese con accento slavo cerca di convincerlo ad entrare a far parte del Gruppo Surrealista Clandestino, raccontandogli l'origine, lo sviluppo e le vicissitudini di questa organizzazione, inizialmente promossa a Parigi da Breton in persona, e poi sostenutasi grazie ai contributi finanziari delle vedove di alcuni poeti esponenti di punta del movimento avanguardistico novecentesco.
 L'atmosfera onirica che permea la strana conversazione telefonica si scioglie in una narrazione che crea le premesse per lo sviluppo di una vicenda sospesa tra il romanzo gotico e il romanzo d'avventura.
 Nonostante il carattere monco di questi tre incompiuti, i testi si fanno apprezzare per la scioltezza stilistica e la densità immaginifica così tipiche di Bolaño, che davvero riesce a plasmare una versione filtrata attraverso l'ironia e organizzata diegeticamente della scrittura surrealista.
 Manca qui, certo, quella che è una delle caratteristiche più originali dello scrittore cileno, vale a dire la capacità di dare luogo a una sorta di narrazione corale, mettendo in scena uno sviluppo narrativo che si basa sul continuo passaggio di testimone tra voci narranti e punti di vista differenti, così da superare la personalizzazione del racconto attraverso la sua esaltazione, e da scomporre l'onniscienza sovrana del narratore tradizionale in una molteplicità democratica di prospettive.
 Vi si trova però la solita, straordinaria abilità nel tratteggiare personaggi assolutamente anticonvenzionali, in grado di esplorare sia la nostra tendenza al sublime, sia i nostri istinti più impuri e l'incoerenza di fondo su cui si articola la nostra identità. Questi personaggi, purtroppo, restano a volte solo in fase di abbozzo.
 Rimane il fatto che leggere Bolaño costituisce sempre un'esperienza complessa e a tratti un poco inquietante, ma alla fine estremamente appagante.  

Voto: 6

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