In questo breve saggio del 2013, Zygmunt Bauman, uno dei più
noti filosofi contemporanei, prova ad analizzare – partendo dai totalitarismi
che hanno funestato il secolo scorso – le caratteristiche specifiche con le
quali si manifesta il male quando, senza essere eticamente riconosciuto come
tale dalla maggioranza, investe una intera comunità di individui, informandone
i comportamenti prevalenti.
Tre sono i passaggi principali della degenerazione della
mentalità collettiva:
1) La
desensibilizzazione determinata dalla “diluizione” della responsabilità, che
non fa capo mai soltanto a un singolo individuo, ma viene distribuita e sciolta
fra una pluralità di individui le cui funzioni sono tra loro interconnesse. Per
fare un esempio, il sistema con il quale venne attuato lo sterminio del popolo
ebraico era congeniato in maniera tale che ciascuno dei tedeschi che radunava
gli ebrei destinati alla deportazione, manovrava i treni diretti ai lager,
apriva la manopola del gas, attizzava il fuoco nei forni crematori potesse
sentirsi non pienamente responsabile del crimine che stava commettendo e fosse
in grado di appellarsi genericamente alla necessità di ubbidire a “ordini
superiori” o all’obbligo materiale di adeguarsi a una situazione “data”.
2) La
prevalenza dell’istanza economica su qualsiasi considerazione di ordine morale (nella
Germania nazista si diceva che la spesa per il mantenimento in vita di un
disabile era pari a quella che serviva per il sostentamento di un’intera
famiglia “ariana”. Un ragionamento non troppo diverso, in fondo, da quello di
chi oggi, nel nostro Paese, stigmatizza i 35 euro al giorno che occorrono per
il mantenimento di un rifugiato politico, e si domanda quali benefici
potrebbero ricavare gli italiani in termini di riduzione delle imposte se
quella cifra non fosse sborsata dallo
Stato…).
3) L’efficientismo
fine a se stesso che porta ad un utilizzo disumanizzante della tecnologia,
adeguando automaticamente, in maniera irriflessiva, i propri comportamenti agli
scopi e ai meccanismi di funzionamento per cui macchine assai sofisticate e molto
costose sono state create (così, se si spendono milioni di dollari per
costruire la bomba atomica, poi bisogna usarla; se si armano dei droni
per una missione intercontinentale, poi bisogna sganciare i missili che
essi trasportano per giustificare l’impegno profuso e la spesa affrontata,
anche se le condizioni che si trovano sul terreno non sono quelle che si erano
immaginate…).
Il filosofo Zygmunt Bauman
L’analisi di Bauman potrà forse far discutere in alcuni
punti, ma è assai raffinata e risulta applicabile a una pletora di realtà
diverse, nelle quali gli uomini sono costretti a vivere in condizioni di
disagio: e non parlo solo di Stati in cui tuttora vigono regimi antidemocratici.
Penso, ad esempio, alla tolleranza dello sfruttamento dei lavoratori in ambiti
anche molto diversi fra loro, dall’abuso della manodopera bracciantile nelle
campagne dell’Italia meridionale ai ritmi di lavoro impossibili a cui si dice
siano costretti commessi e impiegati presso i magazzini di Amazon di Jeff Bezos.
Voto: 6,5
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