venerdì 10 luglio 2015

Dedicato ai lettori



Come decidere quale libro leggere? Che cosa porta a pensare, prima di iniziare la lettura, che affidarsi a un testo anziché a un altro possa garantire un’esperienza più interessante e gratificante?
 Mi sono posto spesso queste domande, prima ancora che come operatore del mondo editoriale (abituato per deformazione professionale a mettersi nei panni dell’ipotetico destinatario di un libro), come lettore onnivoro e appassionato, che ha però a disposizione – come accade a tanti – un tempo abbastanza limitato da dedicare alla lettura, ed è perciò costretto a fare delle scelte selettive.
Purtroppo devo ammettere che, in tutti questi anni, non ho ancora individuato un metodo sicuro per stabilire cosa scegliere di volta in volta. Così, mi trovo a utilizzare criteri diversi: spesso il testo che decido di prendere in mano è suggerito da quello letto in precedenza (perché l’autore, l’argomento o il periodo storico sono gli stessi), nella pretesa di tracciare un percorso logico e coerente; altre volte mi capita di affidarmi alla sporadica opinione di un amico, al suggerimento di un libraio, a un parere sentito alla televisione o letto su una rivista, più raramente anche alla consultazione delle classifiche di vendita o ai responsi dei premi letterari.
 Uno degli strumenti più utili per cercare di orientarsi restano le recensioni librarie, quando sono ben fatte: se il recensore, mentre descrive il libro e cerca di mettere a fuoco ciò che collega la parola scritta alla realtà, riesce a far vibrare la corda della suggestione, carica di aspettative l’approccio al testo, e di conseguenza, arricchisce – per empatia o contrasto dialettico – l’esperienza diretta della lettura.
 Il fatto è che le buone recensioni sono merce rara. La rarefazione delle riviste specializzate (collegata alla perdurante crisi della critica letteraria) ha eclissato parzialmente i recensori più competenti e autorevoli, che fino a pochi anni fa affiancavano quelli più improvvisati presenti su media di altro tipo (i cui contributi, in verità, sono talvolta assimilabili a marchette o, nel migliore dei casi, a favori elargiti agli addetti stampa delle case editrici). Nel contempo, le trasformazioni del mercato editoriale hanno portato a sostituire alla recensione classica il parere dei lettori: la diffusione delle librerie online e l’utilizzo intensivo dei social networks hanno aumentato il numero e il peso dei feedback diretti dei lettori conseguenti alla fruizione del prodotto-libro, e hanno suggerito a chi si occupa di marketing editoriale il loro gratuito sfruttamento a fini commerciali.
In un contesto siffatto, il moltiplicarsi del numero dei punti di vista accessibili su un libro che potremmo leggere – fattore che si può ritenere in sé e per sé positivo – non corrisponde affatto ad un miglioramento della qualità degli strumenti orientativi di cui il lettore potenziale dispone. Si aggiunga che il progressivo affiancamento degli e-book ai libri cartacei, abbattendo i costi altrimenti assorbiti dalla stampa e dalla distribuzione del prodotto librario, immette sul mercato una serie di testi che un tempo non avrebbero trovato diffusione; in questo modo l’offerta si amplia, e nel contempo viene ridimensionato il peso dell’opera di “selezione all’ingresso” (teoricamente volta a salvaguardare la qualità delle proposte) che gli editori tradizionali mettevano in atto fino a poco tempo fa.
 Alla luce di questa situazione, non mi sembra inutile inaugurare un blog come questo che si proponga, in maniera semplice e ordinata, di condividere con il piccolo numero di appassionati alla lettura che riuscirò a raggiungere un’opinione sicuramente indipendente e spero abbastanza qualificata su alcuni dei libri che avrò la ventura di leggere, per trasmettere a qualcun altro il desiderio di confrontarsi con essi, o al contrario per evitare inutili perdite di tempo a potenziali lettori di libri non meritevoli della loro attenzione. Le mie scelte potranno forse parere talvolta troppo personali e i miei giudizi discutibili; mi auguro almeno che le une e gli altri non lascino del tutto indifferenti chi in essi si imbatterà, e possano servire a qualcosa.

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