Lunga sequenza di ritratti, storie, aneddoti, considerazioni,
appunti relativi al mondo dell’editoria e ai suoi protagonisti – che si tratti di scrittori, editori, agenti
letterari o eminenti operatori culturali.
I racconti che ci vengono offerti sono spesso assai gustosi, ed evocano una
realtà che si vuole raffinata ed elegante, attraversata da personalità piene di
fascino.
Andreose si sofferma in particolare a più riprese sulle
figure di Valentino Bompiani e dell’amato Alberto Moravia, oltre che su
Leonardo Sciascia e su un mostro sacro dell’editoria novecentesca come Erich
Linder; cerca inoltre di interpretare con occhio esperto le recenti
trasformazioni del mercato editoriale attraverso il mutamento subito nel tempo
dalla fisionomia di quegli eventi particolarissimi che sono le Fiere del libro.
I passaggi più interessanti, tuttavia, sono quelli in cui
Andreose ci accompagna dietro le quinte del lavoro editoriale, e analizza
criticamente alcuni dei meccanismi isterici che si innescano in specifiche fasi
del processo che porta alla “creazione” di un libro, specie in momenti di crisi
come quello che sta attraversando l’editoria oggi: vi sono ad esempio editori
alla rabdomantica ricerca del prossimo best seller, che spendono cifre
fantasmagoriche allo scopo mettere sotto contratto autori che forse il libro
desiderato non lo scriveranno mai; o, se lo scriveranno, non otterranno il
successo sperato (mi vengono in mente i favolosi anticipi recentemente pagati
da alcuni editori a piccole star di youtube per libri che probabilmente
vedranno la luce nei mesi a venire…).
Mario Andreose con Carmen Llera Moravia, Alan Elkann ed Elisabetta Sgarbi
Anni fa amavo molto libri di questo tipo, capaci di descrivere dall'interno i mestieri, i luoghi, gli eventi del libro. Ora, dopo aver visto da vicino le bassezze e gli egoismi che di frequente trovano posto anche in questo mondo per certi versi ammantato di un'aura mitica (esattamente come in qualsiasi altro ambito professionale), e dopo aver constatato l'assurda e immotivata pienezza di sé di alcuni dei suoi più noti protagonisti, tendo a guardarli con un certo distacco.
Voto: 6
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