Romanzo delizioso sotto vari punti di vista.
Ginevra Pettigrew, una donna non più giovane, dall’aspetto
scialbo e dimesso, intristita da una vita di delusioni e rinunce, è alla
disperata ricerca di un impiego come istitutrice o bambinaia per evitare di
essere sfrattata dalla sua padrona di casa come inquilina morosa e di dover
affrontare lo spettro dell’ospizio dei poveri.
Un giorno l’ufficio di collocamento le fornisce l’indirizzo
di un appartamento in uno dei quartieri più chic di Londra, dove pare possano
offrirle un lavoro. Miss Pettigrew si ritrova così a suonare alla porta di miss
Delysa La Fosse, una giovane, bellissima, elegantissima attrice e cantante di
night club, tanto disinibita nei costumi e con una vita sentimentale tanto
movimentata da potersi aspettare che l’attempata e morigerata signorina ne
rimanga scandalizzata. Dal momento in cui la porta si spalanca, però, la
protagonista non ha più tempo di porsi troppe domande e di farsi degli
scrupoli: viene infatti risucchiata in un vortice di emozioni che si succedono
senza respiro e la proiettano in un mondo che Ginevra pensava potesse esistere
soltanto sullo schermo del cinematografo, in uno di quei film che tanto
l’appassionano e che di frequente si concede, indulgendo nell’unico suo “vizio”
in una vita tutta di sacrifici.
La sorpresa più grossa è constatare come in questo mondo di
donne fatali, vestiti costosi, turbolenti rapporti di coppia, uomini
ricchissimi e gangster dal fascino magnetico Ginevra Pettigrew si dimostri
perfettamente a suo agio, e impari presto a muoversi con insospettata abilità:
in fondo, basta lasciarsi andare e smetterla di essere schiava di pregiudizi
che servono solo a chiudere le donne in una gabbia di censure e proibizioni…
Winifred Watson in una foto giovanile
Winifred Watson confeziona una perfetta commedia sofisticata
a cui, a quasi ottant’anni dalla stesura, il tempo non ha tolto nulla. Una
storia in cui il teatro, con la sua rutilante spettacolarità, neutralizza le
miserie della vita reale, senza però obliterare le ingiustizie che ne sono la
causa (come può una donna essere accantonata come una scarpa vecchia alla
soglia dei quarant’anni perché ritenuta ormai poco appetibile sia sul piano
professionale sia sotto il profilo erotico?), né rinunciare a proporre una
visione non conformista dei rapporti sociali e della morale corrente (perché
una donna che vive liberamente la propria sessualità dovrebbe essere ritenuta
meno “rispettabile” di un’altra regolarmente sposata? Perché a quarant’anni una
donna non dovrebbe più avere pretese né aspettative sul piano
erotico-sentimentale?).
Per essere valorizzata appieno, una vicenda del genere
avrebbe meritato una trasposizione cinematografica da parte di un regista del
calibro di Billy Wilder.
Voto: 7
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