sabato 25 luglio 2015

Winifred Watson, "un giorno di gloria per miss Pettigrew", Neri Pozza



 Romanzo delizioso sotto vari punti di vista.
 Ginevra Pettigrew, una donna non più giovane, dall’aspetto scialbo e dimesso, intristita da una vita di delusioni e rinunce, è alla disperata ricerca di un impiego come istitutrice o bambinaia per evitare di essere sfrattata dalla sua padrona di casa come inquilina morosa e di dover affrontare lo spettro dell’ospizio dei poveri.
 Un giorno l’ufficio di collocamento le fornisce l’indirizzo di un appartamento in uno dei quartieri più chic di Londra, dove pare possano offrirle un lavoro. Miss Pettigrew si ritrova così a suonare alla porta di miss Delysa La Fosse, una giovane, bellissima, elegantissima attrice e cantante di night club, tanto disinibita nei costumi e con una vita sentimentale tanto movimentata da potersi aspettare che l’attempata e morigerata signorina ne rimanga scandalizzata. Dal momento in cui la porta si spalanca, però, la protagonista non ha più tempo di porsi troppe domande e di farsi degli scrupoli: viene infatti risucchiata in un vortice di emozioni che si succedono senza respiro e la proiettano in un mondo che Ginevra pensava potesse esistere soltanto sullo schermo del cinematografo, in uno di quei film che tanto l’appassionano e che di frequente si concede, indulgendo nell’unico suo “vizio” in una vita tutta di sacrifici.
 La sorpresa più grossa è constatare come in questo mondo di donne fatali, vestiti costosi, turbolenti rapporti di coppia, uomini ricchissimi e gangster dal fascino magnetico Ginevra Pettigrew si dimostri perfettamente a suo agio, e impari presto a muoversi con insospettata abilità: in fondo, basta lasciarsi andare e smetterla di essere schiava di pregiudizi che servono solo a chiudere le donne in una gabbia di censure e proibizioni…

Winifred Watson in una foto giovanile

 Winifred Watson confeziona una perfetta commedia sofisticata a cui, a quasi ottant’anni dalla stesura, il tempo non ha tolto nulla. Una storia in cui il teatro, con la sua rutilante spettacolarità, neutralizza le miserie della vita reale, senza però obliterare le ingiustizie che ne sono la causa (come può una donna essere accantonata come una scarpa vecchia alla soglia dei quarant’anni perché ritenuta ormai poco appetibile sia sul piano professionale sia sotto il profilo erotico?), né rinunciare a proporre una visione non conformista dei rapporti sociali e della morale corrente (perché una donna che vive liberamente la propria sessualità dovrebbe essere ritenuta meno “rispettabile” di un’altra regolarmente sposata? Perché a quarant’anni una donna non dovrebbe più avere pretese né aspettative sul piano erotico-sentimentale?).
 Per essere valorizzata appieno, una vicenda del genere avrebbe meritato una trasposizione cinematografica da parte di un regista del calibro di Billy Wilder.

Voto: 7   

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